“La Lupa” di Piernicola Silvis

La Lupa è il nuovo romanzo di Piernicola Silvis edito da SEM, Società Editrice Milanese.

Seguito del fortunato Formicae ci porta nella Puglia rurale dove lo Stato sembra assente e la criminalità organizzata prospera.

Ritroviamo Renzo Rubini,  alto funzionario del Servizio Centrale Operativo, a giocare una partita a scacchi con i criminali.

Piernicola Silvis racconta la sua terra che dietro alla bellezza delle masserie e della natura si oppone all’oscurità delle anime che la abitano.

Ringrazio la casa editrice per avermi omaggiata della copia cartacea del romanzo.

 

Trama

La luce della telecamera si accende. La mano di Sonia Di Gennaro è ferma mentre filma due suoi affiliati che strangolano un giovane testimone involontario con una corda di pianoforte, per poi farlo a pezzi e disporlo tra la carne di seconda scelta in una macelleria fidata. Si sa, se per caso assisti a un’esecuzione rischi grosso. Se riconosci il killer ancora di più. Se decidi di fare il suo nome alla polizia, sei finito. Matteo, studente universitario, è un testimone troppo scomodo. E la moglie del boss della Società Foggiana, detta “la Lupa”, ha molta fretta, e non può correre rischi. Né lasciare tracce. Qualche giorno dopo, nel silenzio di un reparto di terapia intensiva dell’ospedale di San Giovanni Rotondo, Diego Pastore, in coma da giorni, apre gli occhi. “Zio Teddy”, così viene soprannominato il serial killer di bambini, chiede di parlare con Renzo Bruni, il poliziotto che lo ha arrestato.

Poco dopo il loro colloquio, in piena notte, Pastore, con una clamorosa azione paramilitare, viene prelevato dagli uomini del clan della “Lupa”. Renzo Bruni, incaricato delle indagini, e la sua squadra, iniziano un’implacabile caccia all’evaso, senza immaginare, però, che nel frattempo Diego Pastore si è affiliato al clan che ne ha organizzato l’evasione, diventandone prima il sanguinario sicario e poi l’aspirante capo. Fra gli efferati omicidi di una guerra fra clan e le sporche intromissioni di una politica deviata, Bruni ingaggia una drammatica battaglia all’ultimo sangue con zio Teddy, un serial killer messosi al servizio della quarta mafia, la più feroce e spietata.

 

 

Personaggi e stile

Un romanzo composto da capitoli brevi ma intensi: alla fine di ognuno si sente il bisogno di andare avanti, di scoprire come andrà a finire. Ogni capitolo è indicato da un luogo geografico ben preciso dimostrando come l’ambientazione varia all’interno dell’opera.

Dialoghi credibili e non il solito “Lui disse:…” “Lei rispose:…” etc. e, nonostante la prenda del dialetto in alcuni passaggi, facili e da leggere. Coinvolgono il lettore che si sente catapultato nella storia e che scopre una realtà che, per quanto in questo caso sia finzione, capita quotidianamente in molte zone del Bel Paese.

Fiore all’occhiello di questa opera, a mio avviso, sono le figure femminili, perchè vengono descritte come donne forti, brillanti e indipendenti. Non sono le classiche donne spaventate e che stanno stoicamente accanto ai loro uomini senza dire una parola. Sono madri, mogli e soprattuto Donne pronte a battersi in prima linea per quello in cui credono.

La storia va in crescendo: parte lenta, priva di particolari e arriva ad avere un ritmo veloce e incalzante.

Un narratore esterno che si limita a descrivere e riportare gli avvenimenti.

 

 

Conclusioni

Mi era già piaciuto Formicae ed ero sicura che anche questo secondo romanzo della saga mi avrebbe conquistata: ritrovo i paesaggi di una regione legata alle mie origini.
Consigliato a chi ama i thriller, le storie di mafia e non ha paura di scoprire che nulla è mai come si pensa.

 

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Non mi resta che augurarvi una buona lettura.

 

Nata e cresciuta a Milano. Per lavoro Social Media Manager e Copywriter. Per sopravvivenza vivo tra caffè, libri e aperitivi senza dimenticare i carboidrati!