Calafiore – Arturo Belluardo

Calafiore di Arturo Belluardo, edito da Nutrimenti, è il racconto di quanto il nostro corpo possa condizionare la nostra mente. La storia di un uomo che per tutta la vita è stato visto per quello che gli altri volevano vedere.

Ringrazio la casa editrice per il gentile omaggio.

Trama

Calafiore è un archivista bancario quarantanovenne. Obeso dai tempi dell’università e insoddisfatto del suo lavoro, trascorre l’esistenza accettando passivamente gli eventi finché un giorno, da vittima predestinata, perde tutto: la sua compagna, la figlia, la casa, il lavoro. Quello che dava un senso alla sua vita. E così si abbandona ossessivamente a ciò che gli rimane, un’incontenibile fame. La sua, poi, non è neanche fame: è un atroce desiderio di sapore, manifestazione primaria della sua totale incapacità di saziare altri vuoti, ben diversi da quelli gastrici. ‘Mangia per non essere mangiato’ dunque, un mantra condiviso anche da Marta e Federico, fidanzati poco più che ventenni, diventati cannibali quasi per caso e, da quel momento, socialmente impegnati a scalare la piramide alimentare per rovesciarne il sistema di potere. L’ambizioso progetto però è destinato a vacillare quando Calafiore, rapito dai due ragazzi, decide coraggiosamente di raccontare la sua storia appena prima che questi comincino a banchettare con il suo adipe. In una sequela di episodi esilaranti e di patetici tentativi di dimagrire, il tragico si fonde con il comico, il pulp fa la sua parte, e tutto l’insieme invita a riflettere sul nostro difficile rapporto con il cibo in una parodia più che verosimile del gigantesco ingranaggio finanziario che trasforma, a loro volta, i consumatori in un enorme pasto.

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Arturo Belluardo in “Calafiore” racconta l’apparire e il materialismo di una società che ormai si perde nel suo riflesso.
ph: @paola-calefato

Stile e personaggi

Cosa pensa una persona che si sente costantemente fuori luogo? Cosa capita quando si perde tutto?

Calafiore di Arturo Belluardo è la biografia di un perdente fatto e finito. È proprio Calafiore a raccontarci passo dopo passo il meccanismo che lo ha portato alla consapevolezza che così non poteva andare avanti. Il momento di cambiare arriva e che tu lo voglia o no ti mette in crisi.

Pino Calafiore è un uomo con un forte senso del pudore e con la consapevolezza che ci sarà sempre qualcuno migliore di lui: peccato che tutto venga preso come incapacità generale.

Il romanzo di Arturo Belluardo presente una prosa che da materia alle parole: tutto viene portato all’esasperazione come a voler disgustare il lettore. La descrizione verosimile di un mondo prettamente materiale dove apparire resta fondamentale a discapito dell’essere.

Lo stile rende la lettura necessaria nonostante alcuni passaggi (le continue diete ad esempio) finiscono con l’essere dei ritornelli.

Riflessioni

Calafiore è lo specchio della quotidianità materiale che spesso ci troviamo a vivere: tra stereotipi e oggetti che indicono il nostro status simbol dimentichiamo che la vita e i rapporti si dovrebbero basare su ben altro.

Ci siamo resi specchi vuoti in cui gli altri riflettono le proprie insicurezze, i propri difetti e le proprie mancanze. Arturo Belluardo grazie al suo protagonista traccia il ritratto privo di ipocrisie e di retorica facendo diventare la storia tangibile. Il bisogno di cambiare è umano. Calafiore lo sa bene.

Una grande riflessione andrebbe fatta sull’apparire e sull’essere ma l’unica grande domanda che mi resta da questa lettura è: quante volte mi sono fermata all’apparenza? Tante, forse troppe.

Lo consiglio a chi ha bisogno di uno schiaffo morale per smettere di trovare scuse.

Della stessa casa editrice vi consiglio di dare un’occhiata a Il meglio di noi.

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Non mi resta che augurarvi una buona lettura

Nata e cresciuta a Milano. Per lavoro Social Media Manager e Copywriter. Per sopravvivenza vivo tra caffè, libri e aperitivi senza dimenticare i carboidrati!