“Arrigoni e l’omicidio nel bosco” di Dario Crapanzano

Arrigoni e l’omicidio nel bosco è l’ultima opera di Dario Crapanzano edito da SEM, Società Editrice Milanese. Torna il commissario capo del Porta Venezia, questa volta si ritroverà a indagare fuori dalla sua Milano e da quell’ambiente che tanto conosce.

Ringrazio la casa editrice per l’omaggio della copia cartacea.

Trama

È la prima inchiesta che il commissario capo Arrigoni del Porta Venezia conduce lontano dalla sua amata Milano. Siamo nel 1953, e gli alti comandi di polizia e carabinieri decidono di costituire un’unità speciale che dovrà indagare sugli omicidi che vengono commessi in piccoli paesi della Lombardia. A capo dell’unità viene nominato proprio Arrigoni che, pur non essendo troppo entusiasta della proposta, per senso di responsabilità accetta l’incarico. Dopo una settimana, ha già un caso da risolvere. Parte insieme al il giovane e fidato agente Di Pasquale, un esuberante e brillante partenopeo, nonché impenitente donnaiolo. I due raggiungono Arbizzone Varesino, un paese di montagna affacciato sul lago Maggiore, dove il contrabbando con la vicina Svizzera è la principale fonte di guadagno: un posto tranquillo, all’apparenza, ma che nasconde più di un segreto. Qui, in un bosco, è stato rinvenuto il cadavere di un uomo, ucciso con un colpo alla tempia, sferrato probabilmente con una pietra trovata nel vicino torrente. L’uomo, ricco e sposato con una ragazza molto più giovane, era ufficialmente un imprenditore edile, ma, come si scoprirà nel corso dell’indagine, anche uno strozzino…

Personaggi

Arrigoni è sempre lui: acuto osservatore delle vite umane che si susseguono davanti ai suoi occhi. Dimensione, questa, che viene favorita dal cambio di ambientazione, infatti spostare la scena da Milano a un piccolo paese dalle parti di Varese ha permesso a Crapanzano di creare nuove dinamiche anche con il fedele sottoposto Di Pasquale. In questo romanzo emergono molto le figure femminili: dalla bella Rossana alla moglie di Castagna, la vittima, assistiamo alla messa in scena delle emozioni umane e della natura.

Nessuno dei personaggi è chi dice di essere ed è Arrigoni a darci una chiave di lettura per ogni personaggio che incontra.

 

 

Stile

Un narratore onnisciente esterno che segue come un’ombra le indagini del commissario capo raccontandoci solo quello che lui sa e nulla di più.

Lo stile è quello inconfondibile di Crapanzano: dialoghi ben alternati a riflessioni, a descrizioni rendono facile immergersi nei suoi gialli. Attenzione però perchè spesso l’autore riesce a portare fuori strada le indagini del lettore dandogli un finale o un risvolto inaspettato.

Una lettura molto veloce e facile: lo stile è immediato e assolutamente alla portata di tutti. Nonostante sia spesso stato definito il Camilleri di Milano Crapanzano lascia fuori quelli che sono i dialettalismi a favore di un italiano capibile e accessibile a tutti, anche ai più piccoli.

 

 

Conclusioni

Arrigoni potrebbe essere il mio vicino di casa, letteralmente: infatti secondo il romanzo abita nella mia zona a Milano, solo nel 1953. A questi gialli sono affezionata perchè alcuni li ho letti da piccolina quando l’autore pubblicava con Mondadori. Sapevo mi sarebbe piaciuto anche se avevo paura che cambiare così radicalmente l’ambientazione potesse snaturare il ritmo e il tipo di narrazione a cui ero stata abituata: assolutamente no.

Crapanzano si conferma un grande giallista adatto a tutti gli amanti del genere e a quelli che vogliono delle indagini alla vecchia maniera senza grandi inseguimenti o spargimenti di sangue.

 

 

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Non mi resta che augurarvi una buona lettura.

 

 

 

Nata e cresciuta a Milano. Per lavoro Social Media Manager e Copywriter. Per sopravvivenza vivo tra caffè, libri e aperitivi senza dimenticare i carboidrati!