Cattiva di Myriam Gurba
Cattiva di Myriam Gurba è una delle novità in libreria per Fandango. Protagonista di un blog tour in partenza oggi e che mi vedrà coinvolta il 27 con un articolo speciale all’interno di #PilloleDiRiflessione è un romanzo che romanzo in realtà non è: io lo definirei un memoirè.
![Le tappe del blog tour in partenza oggi](https://i1.wp.com/www.mypoblog.com/wp-content/uploads/2019/03/54798731_10157139283894860_8539426493858578432_o.jpg?fit=960%2C540)
Vi avevo già parlato di questo libro in parte nel video del Book Haul su YouTube. Se non lo avete ancora fatto vi consiglio di recuperarlo”
Trama
“Cattiva” è il racconto autobiografico di una studentessa universitaria nell’America degli anni Novanta vittima di un maniaco sessuale seriale. L’uomo ha già aggredito molte altre donne, stuprando e uccidendo una di loro, la messicana Sophia Torres. Ossessionata dallo spettro di Sophia, Myriam Gurba ripercorre in queste pagine sconvolgenti la sua storia: l’infanzia allegra e scanzonata scissa tra cultura messicana e americana, il rapporto magico con la nonna-totem Abuelita, quello trasgressivo con le compagne di college a Berkeley, l’approccio ai grandi della letteratura e della filosofia (Conrad, Woolf e Marx), la suggestione della Giovanna d’Arco di Dreyer femminista e santa, l’avvicinamento che è quasi identificazione ad Ana Mendieta e Hannah Wilke, grandi protagoniste dell’arte contemporanea.
Con uno stile originalissimo, a tratti scarno a tratti sontuoso, usando una lingua poetica e pungente, l’autrice ci parla di un mondo fatto di sfumature sottili, di parole inventate, un mondo in cui il corpo è una scoperta e la scoperta è nel piacere. Anche quello che gli altri decidono di prendersi senza permesso. Fino a quando, un estraneo le tende una trappola, la tocca, abusa di lei e tutto diventa nuovo. Tutto rinasce, assume un colore diverso, il colore dello stupro e il mondo cambia:
“È una falena o uno stupratore? c’è uno stupratore nascosto in quel mazzo di girasoli appena recisi?”.
Personaggi e stile
In Cattiva di Myriam Gurba assistiamo alle tematiche più forti e controverse del nostro tempo raccontate da chi ne porta le cicatrici dentro di sé.
Myriam racconta la sua storia con un pizzico di ironia e sarcasmo e con uno stile attento a difendere il suo dolore. Sembra quasi una prima persona che diventa una terza: Myriam è fuori dalla sua storia, spettatrice inerme che sa già quale è il triste epilogo che l’aspetta.
Traghetta i lettori nella sua vita: prima figlia unica di una coppia mista. Sorella maggiore molestata dal compagno di banco col tacito consenso del professore. Etero, poi l’accettazione della sua sessualità e il coming out. Il diploma, il college, gli insulti razzisti e la violenza sessuale. L’incontro con Sophia che non è sopravvissuta al suo violentatore.
Ecco tutto questo è successo una donna. Tutto questo rende Cattiva un’opera che apre lo sguardo su quello che è stata ed è ancora oggi la situazione in America. Cattiva è la storia di Myriam e allo stesso tempo di molte altre donne della sua generazione figlie di coppie miste, cresciute nel silenzio di chi vedeva le violenze ma non le fermava.
La madre di Myriam è una messicana molto legata alle sue origini, il padre un professore che ha perso la testa ed è andato oltre le discriminazioni. I due fratelli minori sono gemelli, un maschio e una femmina dai quali si sente esclusa per il rapporto speciale che lega i due. Questi i personaggi in atto: poco approfonditi e messi in scena solo quando in relazione a Myriam.
Riflessioni
Myriam Gurba è una ragazza Cattiva perchè ha imparato a usare la sua cattiveria come scudo per quelle che sono state le violenze psicologiche e fisiche alle quali è stata costretta a sottostare. Molte le tematiche presenti in quest’opera. Troviamo il tema dei diritti LGBT e l’accettazione della propria sessualità in un periodo come l’adolescenza già difficile per definizione fino alla violenza sessuale.
Mi è spiaciuto leggere che il padre ha reagito al dolore per la violenza che Myriam ha subito dando la colpa a ciò che indossava. Ho però capito o forse voluto giustificarlo pensando che serviva per sopravvivere. In quel momento non si sapeva chi fosse il violentatore e serviva qualcosa o qualcuno a cui dare la colpa, con cui prendersela.
Su questo blog ho spesso parlato di romanzi che raccontano la violenza sulle donne da L’altro convento a Donne che parlano ma nessuno mi ha colpito prima d’ora come Cattiva. Cattiva è un’opera che ti catapulta nella vita di Myriam Gurba ed è la sua voce a raccontarti quello che vuole che tu sappia ma inevitabilmente ti trovi a empatizzare con lei e per questo sconvolta per quello che è stata costretta a subire.
Così come ho già trattato le tematiche LGBT con l’opera di David Leavitt e i suoi Eguali amori ma in modo diverso: Myriam Gurba parla di come potesse sentirsi confusa, della paura di non sentirsi accettata e di capire che sarebbe stata sempre discriminata per questo ed è proprio questo uno dei motivi per i quali non testimoniò contro il suo stupratore.
Cattiva è un memoire che consiglio a tutte le donne, a tutti gli adolescenti e a chi vuole rendersi conto di cos’è veramente il mondo.
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