L’uccello padulo – Giovanni Lucchesi

L’uccello padulo è il nuovo romanzo di Giovanni Lucchese edito da Alter Ego edizioni.

Questo autore non vi suonerà nuovo perchè era già stato protagonista di una mia recensione con Questo sangue non è mio.

Il primo libro lo avevo trovato buono dal punto di vista dell’inconscio dei personaggi e meno nella trama. Vedremo se questo nuovo romanzo mi avrà convinta o meno.

Ringrazio la casa editrice per le collaborazioni che mi ha proposto dal primo giorno di questo blog.

Trama

Affascinante, nobile e scandalosamente ricco. È Gianandrea Ludovisi, detto Billo, un ragazzo che trascorre il tempo tra shopping sfrenato, sesso occasionale, droga e notti brave in giro per la Capitale. Al termine di una di queste serate, ridotto in uno stato pietoso, Billo conosce Mamma Sophie, un’attempata trans che gestisce una piccola masnada di personaggi eccentrici. Tra i due nasce un’amicizia tanto insolita quanto profonda. Il rapporto di Billo con la nobile famiglia di appartenenza, composta da un padre arrogante e megalomane, una madre stralunata e depressa, e due fratelli completamente privi di carattere, inizierà a sfaldarsi sempre di più, in favore del fascino che il gruppo di Mamma Sophie esercita su di lui. “

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Il romanzo di Giovanni Lucchese “L’uccello padulo” non solo fotografa quel lato della società allo sbando ma mostra anche la crescita di un autore che promette sempre meglio.

ph: @paola-calefato

Stile e personaggi

Gianandrea, Billo, è il nostro protagonista in questa storia di eccessi e mancanze. Un ragazzo cresciuto da solo che ha cercato quello di cui sentiva la mancanza nelle droghe, nell’alcool e nell’ostentare. L’incontro con Mamma Sophie sconvolgerà la sua vita mostrandogli quale fondo ha veramente toccato.

Tra amici finti e un mondo patinato romano si ambienta la nostra storia: Giovanni Lucchese in L’uccello padulo crea una trama avvincente, irriverente con dei personaggi comuni, convincenti.

L’uccello padulo è il punto di svolta di un autore che sa molto bene descrivere i bivi drammatici delle nostre vite: il bisogno di sentirsi a casa, la scoperta che anche i genitori sono esseri imperfetti, che il buono a volte è il cattivo e che gli amici deludono.

La prosa è lineare e per quanto possa risultare forte per il linguaggio usato è il modo migliore per rendere verosimile una storia così. Vi immaginate un tossico dire “la ringrazio messere”? Il linguaggio è forse il punto che più caratterizza l’intera storia facendola sentire al lettore come quella del suo vicino di casa.

Riflessioni

Se in Questo sangue non era mio mi ero sentita molto lontana dalla protagonista qui Billo mi ha ricordato tanti volti conosciuti soprattutto nell’adolescenza. È il ritratto della solitudine e dell’autodistruzione innescata dalla mancanza di affetto.

L’uccello padulo è la fotografia della società degli eccessi dove più spingi sull’acceleratore più lo farai e dove le mancanze si mettono a tacere con un buon cocktail di alcool e droghe.

Mi ha ricordato in alcuni tratti come genere (anche se molto più spinto) Bianca di Polvere.

Consigliato a chi ha lo stomaco per reggere una storia tanto drammatica quanto vera.

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Non mi resta che augurarvi una buona lettura

Nata e cresciuta a Milano. Per lavoro Social Media Manager e Copywriter. Per sopravvivenza vivo tra caffè, libri e aperitivi senza dimenticare i carboidrati!