La battaglia delle bambine di Simona Dolce

La battaglia delle bambine di Simona Dolce edito da Mondadori Ragazzi è la storia di Palermo. È la storia di Letizia Battaglia, di bambini e di una città.

Oggi, 23 maggio, il sottotitolo è fondamentale Insieme contro la mafia: nell’anniversario della strage di Capaci che vide la morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie e della scorta diventa fondamentale parlare ai giovani, ai più piccoli di cosa è la Mafia e di come combatterla.

Ringrazio la casa editrice per il gentile omaggio e vi ricordo un altro mio articolo a riguardo: Eroi Soli.

Trama

Palermo, agosto 1991: in una strada piena di rumori, vita e odori cinque ragazzine si alleano contro la banda di maschi presuntuosi che le ha prese di mira. Agnese ha capelli e occhi castani e sua madre lavora alla Sigma di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso per essersi ribellato al pizzo. Marialuce sogna di ballare con Freddie Mercury e non ha paura di nessuno. Elda è molto golosa e con la sorella Marina vive in una casa piena di disciplina e senza neppure un giocattolo. Aurora sembra una principessa, ma nasconde il segreto più grande: suo padre è un boss mafioso e lei sa dove tiene la pistola. Un giorno nei loro giochi spensierati irrompe la realtà, a dimostrare che la mafia non è soltanto una parola scandita dai telegiornali ma esiste davvero, e si convincono che insieme potranno sconfiggerla.

A Palermo c’è anche una fotografa coraggiosa che non vuole lasciarsi sfuggire i volti di queste piccole donne siciliane: a una a una, riesce a catturarle con il suo obiettivo…

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Da una foto a un romanzo che diventa una lezione di vita
ph: @paola-calefato

Stile e personaggi

I maschi e le ragazze non vanno d’accordo? La normalità. Agnese, Elda, Marialuce, Marina e Aurora sono cinque bambine come altre mille ma che in comune hanno solo l’età e il nemico: i maschi.

Vivono in una città che è essa stessa protagonista: Palermo. La capitale della cultura di Federico II, negli ’90 viveva tra il silenzio di Cosa Nostra e i primi pentiti, i primi no contro di essa.

Poi c’è una grande fotografa: Letizia Battaglia. In quegli anni impegnata a catturare il volto di quelle future donne.

La prosa è quella di una fiaba per bambini: la lotta, il desiderio, l’amicizia e un pizzico di magia. La voglia di diventare grandi, di sentirsi parte di un qualcosa, di scegliere da che parte stare. Questi ragazzi lo fanno: scelgono di andare contro l’omertà, contro la famiglia.

La battaglia delle bambine di Simona Dolce diventa così un romanzo piacevole, facile da leggere ma con un sotto testo importante, profondo adatto a grandi e piccini. I valori di una società che sembrava persa vengono ristabiliti da una banda di “mocciosi” che vogliono occuparsi delle “cose dei grandi” perchè loro saprebbero come fare.

Riflessioni

Il silenzio viene squarciato: la lettura procede e da una chiave di lettura diversa della società di quegli anni in cui lo spirito dell’AntiMafia si sente, lo avverti. Personaggi come Libero Grasso iniziano a essere simboli di una Sicilia libera.

Ed ecco che una storia per bambini (età di lettura consigliata 10 anni) diventa una lezione di educazione civica: divisi siamo deboli, uniti possiamo combattere qualsiasi cosa.

La battaglia delle bambine di Simona Dolce è la battaglia che ognuno di noi dovrebbe combattere ogni giorno senza voltarsi dall’altra parte, senza aver paura di denunciare, di parlare. Sicilia e Italia non devono più essere sinonimi di Mafia e forse lo si deve anche a quella bambina, Noemi, che a Napoli ha coraggiosamente lottato contro la morte che aveva la forma di un proiettile volante sparato dalla Camorra.

Cosa Nostra, Camorra, ‘Ndrangheta, Cosa Nuova, Sacra Corona Unita sono nomi diversi di un unico grande cancro che da secoli si nutre del Bel Paese. Uomini come Giovanni Falcone, Boris Giuliano, Carlo Alberto dalla Chiesa, il giudice Terranova, Rosario Livatino, Paolo Borsellino, Libero Grasso, Mauro de Mauro, Piersanti Mattarella, don Pino Puglisi, Peppino Impastato e tanti altri sono il nostro orgoglio e tali devono essere.

Figure vivide nella nostra memoria perchè le mafie non temono le leggi, temono la cultura e la memoria da sempre.

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Non mi resta che augurarvi una buona lettura

Nata e cresciuta a Milano. Per lavoro Social Media Manager e Copywriter. Per sopravvivenza vivo tra caffè, libri e aperitivi senza dimenticare i carboidrati!