“Napoli mon amour” di Alessio Forgione

Napoli mon amour è l’esordio di Alessio Forgione edito da NNE nella collana Gli innocenti. Di questa collana vi ho già parlato di A misura d’uomo che vi consiglio assolutamente di recuperare.

Un libro sui “se” e sui “ma”, sullo smarrirsi e ritrovarsi in un’altra persona perdendosi nuovamente. Uno di quei libri pieni di malinconia, ma che nascondono la voglia di cambiare che non trova mai la forza.

Ringrazio la casa editrice per avermi omaggiata della copia cartacea del romanzo.

 

Trama

Amoresano vive a Napoli, ha trent’anni e non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. Le sue giornate passano

Ph: Paola Calefato

lente, tra la vita con i genitori, le partite del Napoli, le serate con l’amico Russo e la ricerca di un lavoro. Dopo l’ennesimo, grottesco colloquio, decide di dare fondo ai suoi risparmi e di farla finita. Un giorno, però, incontra una bellissima ragazza e se ne innamora. Questo incontro riaccende i suoi desideri e le sue speranze: vivere, essere felice, scrivere. E incontrare Raffaele La Capria, il suo mito letterario. Ma l’amore disperde ancora più velocemente energie e risorse, facendo scivolare via, un centesimo dopo l’altro, i desideri ritrovati e le speranze di una vita diversa.

 

 

Personaggi

Amoresano è un uomo di trent’anni che non sente l’esigenza di crescere fino a quando non incontra Nina, una bella ragazza di cui si innamora e che inizia a fargli pesare la sua condizione di disoccupato. Per la prima volta decide di prendere in mano la sua vita, di dargli una svolta: scrive. Questo non basta però per tenere vicina Nina con cui iniziano i silenzi e l’allontanarsi. Amoresano è il classico stereotipo dei trentenni di oggi che vive con la sua Napoli un rapporto viscerale: cerca di cambiare ma non trova veramente un motivo per farlo. Russo è il suo amico di disavventura e condizione: entrambi ciondolano tra la nullafacenza, il Napoli e le donne. Non hanno molto altro nella vita. Personaggi che possono sembrare banali ma che in realtà nascondono un mondo di fragilità umana.

 

 

Stile

È Amoresano stesso a raccontarci i suoi demoni interiori e gli avvenimenti: si sente nella voce del narratore quella tristezza dei giorni di pioggia, immotivata ma naturale. È una sorta di diario dove dialoghi, descrizioni e flusso di coscienza sono ben ponderati dando un ritmo costante e che aiuta la lettura. Ad Amoresano è inevitabile affezionarsi e odiarlo: in alcuni momenti l’angoscia che prova arriva come un pugno al lettore, in altri la voglia di entrare nel libro e urlargli “fai qualcosa, muoviti” ed è grazie allo stile dell’autore così pacato che porta a provare queste sensazioni. È un ottimo esordio per l’empatia che Forgione crea con il lettore e che lo trascina in questa vita.

 

 

Conclusioni

Un buon esordio che racconta il grande limbo del “adesso cosa faccio?”, dell’amore che ti da la voglia di cambiare le cose per qualcun’altro ma non la forza. Racconta una Napoli silenziosa che osserva tra cielo e mare il non cambiare di questo Amoresano.

Mi è piaciuto perchè è stato il libro giusto al momento giusto per me: ha accompagnato lentamente la mia malinconia di quei giorni e ha colmato il mio bisogno di sentirmi capita in un momento di smarrimento. Letto in poco meno di due giorni perchè, se letto in un momento come è stato il mio, è un buon amico in cui ritrovarsi.

 

 

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Non mi resta che augurarvi una buona lettura.

Nata e cresciuta a Milano. Per lavoro Social Media Manager e Copywriter. Per sopravvivenza vivo tra caffè, libri e aperitivi senza dimenticare i carboidrati!