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Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina

Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina edito da Piemme è da oggi in tutte le librerie. Il racconto di come da una tragedia possa nascere qualcosa di bello, sempre.

Ringrazio la casa editrice per il gentile omaggio

Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina: l’autrice

Laura Imai Messina è nata a Roma. A 23 anni si è trasferita a Tokyo. Insegna in alcune delle più prestigiose università della capitale. Ha esordito con successo nel 2014 con Tokyo Orizzontale (Piemme). Nel 2018, sempre per Piemme, è uscito Non oso dire la gioia e per Vallardi il best-seller Wa, La via giapponese all’armonia.

Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina: la trama

Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata una cabina, al cui c’è un telefono non collegato che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno vanno a quel telefono, alzano la cornetta per parlare con chi le persone che hanno perso.

Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent’anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami distrusse il paese in cui abitava e le portò via tutto quello che aveva. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Anche quando tutto sembra perso la vita ti da la forza per trovare un po’ di serenità.

Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina: la recensione

Laura Imai Messina ci fa entrare con piccoli passi in una tragedia realmente avvenuta in Giappone nel 2011. Ci ricorda con la sua scrittura dolce, posata e malinconica che la vita sa sorprenderci sempre. È un romanzo che, nonostante la tragicità di quello che accade a Yui, riesce a dare la forza di aprirsi di nuovo alla vita, alla magia dell’amore. Yui è piegata dalla vita, dal dolore eppure si apre a un modo diverso di essere felice senza tradire il suo dolore. Il tema della perdita e del senso di colpa dei sopravvissuti è forte in questo romanzo e dimostra quanto sia difficile cogliere la bellezza dopo la sofferenza. La paura di stare male di nuovo pietrifica lì eppure ci sarà una voce che in un modo o nell’altro vi ricorderò che al dolore si sopravvivere e può diventare forza motrice per qualcosa di buono e bello.

I miracoli non si attendono alla finestra, i miracoli si creano.

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