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Intervista a Valeria Ancione e Patrizia Panico

Tra gli incontri più emozionanti del Salone del Libro di Torino di questo anno c’è stato quello conValeria Ancione e con Patrizia Panico grazie a Mondadori Ragazzi.

Scopriamo insieme all’autrice il romanzo Volevo essere Maradona che racconta proprio la storia di Patrizia Panico da domani in libreria.

Valeria quale è stata la principale difficoltà di vestire i panni di Patrizia?

Io volevo giovare a Basket e avevo lo stesso numero di maglia di patrizia, il 9. Per certi versi ci assomigliamo: siamo due leader, una che tutti ascoltano, fa squadra. Poi il regalo più grande che mi ha fatto è stato quello di farmi vivere il mio sogno.

Patrizia come ti sei sentita nel rileggere il romanzo?

Mi ha emozionato: Valeria è riuscita a dare parole a sensazioni che pensavo di aver perso, i ricordi che riaffioravano e a cui io non riuscivo a dare una parola precisa. Valeria ci è riuscita.

Patrizia hai costruito il tuo sogno da sola come è stato metterti a nudo per il romanzo?

No, non ho costruito tutto da sola. Mi sono sempre fatta forza e ho preso energia da chi mi circondava. Anche dalle situazioni più ostili mi veniva naturale tirare fuori quell’energia, quel positivo che mi serviva per andare avanti. Sul libro il merito è di Valeria! Un giorno le scrivevo un messaggio magari collegato a quello che le avevo raccontato dieci giorni prima.

Valeria puoi definire il percorso che ti ha portato a concludere il romanzo?

È stato un puzzle: Patrizia mi ha dato i pezzi e io li ho messi in ordine per ridare un’immagine, una fotografia di quella che è stato il suo percorso.

Questo è un romanzo che parla di sogni, secondo voi quanto è importante per i più piccoli, in particolare per le ragazze, continuare a credere nei sogni.

Non è soltanto avere un sogno, io sono dell’idea che bisogna avere dei sogni ma soprattutto bisogna avere la forza di sacrificarsi per essi in modo costante nonostante le grandi difficoltà. Oggi i ragazzi spesso hanno i sogni ma non riescono a sacrificarsi. (Patrizia)

Il sogno di Patrizia era un sogno difficile in un momento in cui non c’era nemmeno il calcio femminile: io ho tre figli adolescenti e hanno dei sogni nascosti, come se si vergognassero a farlo. I sogni sono come la pelle: si ricuciono, si riadattano. I sogni prima o poi vengono fuori, specie se si ha a che fare con un talento. (Valeria)

Da domani in tutte le librerie Volevo essere Maradona: un’opera che conferma che i sogni per essere realtà hanno bisogno di energie e di crederci. Davvero.

Ve ne parlerò prestissimo intanto vi consiglio di recuperare qui le ultime interviste!

Nata e cresciuta a Milano. Per lavoro Social Media Manager e Copywriter. Per sopravvivenza vivo tra caffè, libri e aperitivi senza dimenticare i carboidrati!