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Intervista a SypherV

Di SypherV si sa ben poco: a differenza delle sue colleghe non si mostra in WebCam mentre gioca. Resta concentrata sull’obiettivo. SypherV vuole competere coi migliori e migliorarsi. Vuole sentirsi libera di dimostrare quanto vale.

Dietro a SypherV c’è Chiara, una ragazza di ventisette anni che mi ha veramente fatto un grande regalo con questa intervista. Quel poco che sapevo di lei l’ho visto nelle sue live su Twitch: decisa, determinata e con tanto da raccontare.

Come nasce il nick SypherV?

Un po’ a caso in realtà: c’era un pro player di OverWatch che si chiamava Cypher e a me piaceva come suono, quindi ho cambiato la “C” con la “S”. Non c’è nessuna storia dietro. SypherV nasce così.

Come nasce la tua passione per i videogiochi?

Ero a casa di un mio ex mentre lui giocava a Ice For League e lo stavo guardando. Tornata a casa lo scaricai, dopo una settimana andai a fare uno contro uno contro questo mio ex. Lo battei e da quel giorno quittò (abbandonò ndr) il gioco e non volle più giocare contro di me. 

Poi quali giochi hai giocato?

Per cinque anni Ice For League poi Overwatch, Fortnite, Valorant.

Quando hai deciso di fare la gamer?

Quando io gioco a un videogioco non mi piace giocare pubblica o per divertirmi. Mi piace il lato competitivo. È l’unica cosa che nell’effettivo mi diverte: il confronto con gli altri player. Posso vincere o perdere ma è quello che mi piace. Per il momento non vado nelle grandi competitive. Al momento mi accontento delle ranked ma i videogiochi vanno veramente giocati tutto il giorno con impegno costante. Mi sarebbe piaciuto ma ho avuto una serie di ostacoli. Ho 27 anni e ancora tanto da imparare. 

In una live su Twitch ti ho sentito rispondere a una domanda: “Ti chiamano mai bro?” “Sì e io rispondo Ehi Sis”. Qual è la tua esperienza in questo mondo per lo più maschile e a volte, purtroppo maschilista?

È un rapporto complesso. È difficile esprimersi perchè è cambiato nel tempo un po’. Continua ad essere sotto alcuni aspetti ancora molto difficile. In IceForLeague è stato disastroso. Nonostante io avessi una minuscola community molto eterogenea e nel 2011 erano molto maschilisti. Se eri una ragazza al di sopra della media, non lo so. Ti odiavano. Non andava bene. Non c’erano ancora così tante ragazze che riuscivano a fare qualcosa in quel tipo di videogiochi (fsp etc) e quando io provai a entrare nel competive venni trattata malissima.

Fui accusata di imbrogli, gente che cercava di farmi bannare facendo video. Se andavo a sfidare qualche team e vincevo davano la colpa al fatto che io imbrogliassi. A fine di alcuni tornei venivo insultata se vincevo o accusata di bot. Ad un certo punto parlai con un ragazzo che mi faceva queste cose e mi disse “A me dispiace per quello che ho fatto, ma tu in 4 mesi hai fatto quello che noi abbiamo fatto in 6 anni e a me dava fastidio.” Ho apprezzato la spiegazione, tante persone che prima mi volevano escludere poi mi volevano nel loro team. Alla fine mi hanno fatto quittare quel gioco nonostante io lo amassi. Ho odiato il gioco e sono passata ad Overwatch. 

Overwatch come è stato? 

A me non interessava come gioco, io volevo restare su Ice For League. Ci finì per sfinimento: nei primi match la videomaker. Anche qui mi dicevano che stavo imbottando (imbrogliando ndr). Era normale in realtà perchè erano le prime settimane di rilascio e io ero già abituata agli FPS. Mi faceva ridere perchè mi sembrava di avere la nuvola della sfortuna sopra di me. Non mi dispiaceva come gioco, più lo giocavo più lo apprezzavo. Quando sono entrata nella giusta mentalità ho iniziato ad amarlo. Performavo molto bene nelle ranked. Top 500 per tutte le Season con più account). Non male direi. (No, assolutamente. Anzi ndr).

In questo mondo l’episodio che più mi ha colpita è stato una volta in cui ero in un gruppo di amici su Team Speak. Giocavo Off stream l’amministratore mi diede  l’icona del top 500 da lì ragazzi che mi entravano in chiamata per insultarmi “Se una ragazza è in top 500 il gioco deve fare schifo”.

Era abbastanza frustrante. Potevo anche argomentare ma non c’era verso. Il loro unico scopo era riversare la loro frustrazione per l’incapacità di salire di Rank su di me. Mi sono fatta mettere una password, creavano nomi per prendermi in giro. Se mi smumato su Overwatch se eri rank alto erano insulti, quasi traumatizzante. Ti chiamavano “Puttana”, sembra sia l’insulto definitivo. Sui rank bassi era un 50 e 50. Avevo paura. Non c’era un bel clima e non potendo comunicare e non essendo tranquilla non riesci a giocare bene. Se li muti per esasperazioni perdi dei passaggi essendo giochi di team. Non era nemmeno un periodo facile a livello personale e Overwatch doveva essere il mio momento di pausa e quindi a un certo punto ho quittato anche qui. Non mi sono fatta mai chissà quanti amici anche per natura. Sono apparentemente più distaccata.

Tante persone con cui facevo gruppo, finché vedevano solo come giocavano andava tutto bene quando scoprivano che ero una ragazza si allontanavano. Sempre in rank alti e per lo più stranieri. 

Poi Fortnite?

Fortnite è stato diverso. Giocavo da un mese e entrai in un team abbastanza conosciuto lato YouTube. Sono entrata un po’ a caso: guardavo i loro video, giocavo da un mese. Mi è venuta voglia di provare a entrare. Ho fatto il provino e mi presero. Tempo qualche settimana ho capito di aver fatto un grosso errore: è sempre difficile avere a che fare con persone molto più giovani. Ho vissuto degli episodi assurdi.

Ho lasciato correre i primi momenti di disagio. Ero più grande. All’inizio si scusarono. Erano attacchi a me come donna, non come giocatrice. Nella testa di persone così sembra tutto normale, non pensano che possono offenderti. Mi sono allontanata quando ho iniziato a vedere i loro comportamenti. Ho visto insulti ad altri streamer, body shaming. Erano due elementi: uno iniziava e l’altro non faceva niente per evitare quella situazione. Mi sono allontanata e ho iniziato a fare le live per conto mio.

La loro community passava nelle mie live e voleva sapere perchè mi ero staccata. Non volevo essere associata a questo. Evitavo di rispondere, non volevo creare chissà quale episodio. Un elemento di questo team ha inventato una serie di bugie, di cattiverie, insulti. Non ho mai fatto niente a queste persone eppure venivo insultata davanti a 3000 spettatori. Andai in live a chiedere spiegazioni. Lui continuava a dire “Eccola qua la puttana mestruata”.

Il risultato fu che i ragazzini iniziano così ad arrivare sulle mie live su YouTube. Andavo in live per circa cento e più spettatori con bambini che passavano e mi scrivevano insulti a sfondo sessuale. Mi sentivo malissimo perché erano piccoli d’età. Non sapevano cosa stavano dicendo. Mi entravano anche su Discord. Ondate e ondate di insulti Così per mesi sia su YT che su Discord. Questo ragazzo ha fatto di tutto. C’è da dire che non lo ha fatto perchè sono donna ma lo fa con tutti.  L’unico insulto che ti rivolgono quando sei donna è a sfondo sessuale. Sembra sempre che se sei donna sei avvantaggiata. Dipende in realtà da un sacco di cose ma se sei quella brava che vince le persone sembrano odiarti. Io sono stata trattata malissimo. Giornalmente ho dovuto lottare contro persone che si incazzavano perchè io vincevo.

Come era e come è essere donna nel mondo del gaming? 

Se cerchi di avere un po’ di leadership o correggi sei stronza, agli uomini però non viene detto. Per noi donne è come se dovessimo sempre dimostrare che il rispetto delle persone con cui giochiamo ce lo meritiamo. È frustrante. Se fai un errore o dici qualcosa in più sei più criticata. Adesso su Valorant sto provando a smutarmi e ho trovato una community in cui non interessava se fossi donna, volevano vincere. Sto tenendo un profilo basso. Ieri (sabato 2 maggio ndr) faccio una rank, do un’info e subito “Sai che hai la voce da puttana”. Una non può farsi tre rank senza un insulto. È assurdo

La cosa che mi lascia perplessa è che siamo la prima generazione in cui anche le ragazze giocano ai videogiochi. 

Su Valorant ho notato che ci sono tante ragazze, forse non vengono trattate male. Servono tante ragazze che dimostrano di essere brave per educare le nuove generazioni alla parità. Veniamo da generazioni in cui non c’era tanto spazio per le gamer. Si dava poco peso al mondo femminile del gaming. Siamo arrivati così a episodi di Cyber Bullismo. Un tempo se eri brava o lasciavi allibiti o ti odiavano. Ora c’è anche l’indifferenza. Qualcosa sta cambiando e spero sia meglio per chi verrà dopo di noi.

Come vedi il futuro degli Esports? 

A livello mondiale non lo so. A livello italiano è disastroso. Si salvano poche Org, molte sono inutili. Negli anni ho notato che ci sono un sacco di ragazzi giovani che lasciano la scuola per dedicarsi a un solo videogioco. È sbagliato perchè puoi essere forte a livello italiano, ma a livello europeo? Mondiale? 

Poi nell’effettivo serve un talento e una preparazione che però permette sia di studiare che di giocare. Io l’ho fatto. L’Esports in Italia è lasciato un po’ a se stesso. Tanti credono che stia migliorando grazie ad alcuni videogiochi, ma mancano le infrastrutture. 

Gamer come SypherV, Federica Campana e molte altre vanno sostenute, incoraggiate e difese. La lotta per la parità deve essere di tutti, non solo per settore d’appartenenza. SypherV lotta tutti i giorni non solo su Valorant, ma soprattuto per essere considerata una gamer brava a prescindere dal fatto di essere una ragazza.

Voglio ringraziare ancora SypherV, Chiara per aver condiviso con me le sue esperienze. Ripeto: se si vogliono cambiare le cose ovunque bisogna fare squadra in senso positivo. Sostenerci, esserci e spronarci senza dimenticare che quello che faremo oggi potrebbe davvero cambiare le cose per chi verrà dopo di noi.