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Rap e videogames

Rap e videogames (e lavoro) riassumono perfettamente questa mia quarantena.

Il primo è stato l’incubo dei miei genitori per anni.

Mi ricordo quando ho iniziato ad ascoltare Mondo Marcio e poi Fabri Fibra…Non l’hanno presa benissimo, ma hanno assecondato. Poi sono arrivati i Club Dogo, Salmo, Emis Killa…Ho recuperato gli Articolo31 e tutto quello che potevo ascoltare. Questa però è un’altra storia che forse troverete un giorno in Diario di Bordo, perchè il rap non mi ha salvata, ma mi ha fatta sentire meno sola.

Quindi, tornando a noi, ho recuperato tutto quello che mi sono persa e se con Dani Faiv, Nitro, Tedua e Bresh sono stata contenta delle scoperte su altri avrei preferito rimanere nella mia beata ignoranza.

Poi sono arrivata a Twitch: un po’ per esigenze lavorative e un po’ per curiosità. Mi sono messa a guardare cosa trovavo in giro e ho visto tanti YouTuber migrati sulla piattaforma di streaming di Amazon.

Fin qua nulla di strano: guardo, inizio a giocare ad Apex, recupero The Sims, chiacchiero e ad ogni ora del giorno ho qualcosa da fare, da seguire e la mia insonnia non è più solo una scusa per leggere in solitaria o per lavorare e ascoltare musica. Una notte mi imbatto in un profilo e qui inizia tutta la mia riflessione e la mia ricerca.

Rap e videogames: Machete

Il profilo in questione è quello di Manuelito. Chi è vi chiederete voi e io ve lo svelo.

Manuelito è Hell Raton, uno dei fondatori della Machete insieme a Salmo, En?gma (NdR uscito dal gruppo nel 2016) e Dj Slait. Mi metto e inizio a guardare cosa combina. Gioca ad Apex, GTA e parla con i suoi affezionatissimi. Parla di tutto: dalla musica alle strategie passando per qualche aneddoto e la sua visione di quello che è il momento. Mostra la sua positività e la trasmette a un pubblico di giovanissimi. E io che lo avevo lasciato a Paper Street…

Lo senti parlare spesso con “Giovane miglio“, poi scopri che è Young Miles di cui è appena uscito il primo disco e che dovete recuperare.

Inizio a capire se è l’unico della Machete e invece scopro che c’è Nitro…altri rapper… Qualcosa mi sfugge.

Vado avanti nelle mie ricerche. Scopro così che esiste la Machete Gaming. Inizio a curiosare in queste live, cambio canali, inizio a interagire e scopro una cosa semplice e bellissima: videogiochi e rap sono aggregazione sana su Twitch.

Se il rap game per anni, nell’immaginario collettivo, è stato associato a qualcosa di negativo (si ringraziano anche i giornalisti per questo) ecco che qui ritrova le sue origini: zero brand di lusso, zero orologi al polso che costano quanto le case dei ragazzi che li seguono. Qui c’è solo sano divertimento, solo artisti che sono ragazzi come quelli che li seguono.

Tornando a noi: mentre i ragazzi giocano in chat si parla di musica, si chiede il parere di chi gioca su mille e più questioni e gli si consiglia quale strategia adottare. Si abbatte quella parete che nella mia adolescenza teneva me e i miei artisti del cuore lontani. Non c’è più il balcone di TRL in piazza Duomo a Milano, no. C’è un computer e la sensazione di essere seduti a un tavolo con il proprio artista, gamer del cuore.

Io lavoro coi social, so cosa vuol dire avere nei profili mille domande e so, da colleghi, cosa significa gestire i social di personaggi pubblici: richieste e offerte di ogni tipo (questo succede anche sul mio profilo ma ne parleremo).

Qui no.

Twitch è la sala giochi in cui andavo d’estate da piccolina: musica di sottofondo e si gioca, ci si diverte.

Tutto questo però si riflette su quello che è il presente della comunicazione e del ruolo dei giornalisti e dei blog di settore. Perchè?

Perchè la Machete arriva prima di tutti noi (l’editoria lo fa su Instagram con risultati che valuteremo post emergenza): Nitro fa la prima intervista su GarbAge, il suo nuovo disco uscito il 6 marzo, proprio sul suo canale Twitch. Sono i suoi fan a fargli le domande, sono loro a chiedergli qualsiasi cosa come se fossero al bar a bersi una birra insieme a lui. Qui i risultati sono però già visibili: i fan si scatenano e le domande sono a tutto campo. Non ci sono giornalisti, non ci sono titoloni clickbait: c’è l’artista e il suo pubblico.

Credo fortemente che la Machete cambierà ancora una volta un tassello dell’industria musicale come hanno cambiato il modo di fare i videoclip in questi dieci anni di attività.

Credo che questa possa essere una strategia comunicativa che nel lungo periodo si rivelerà vincente, molto più di TikTok. Non rimpiazzerà YouTube perché per essere su Twitch bisogna avere qualcosa da dire, è come paragonare il cinema al teatro: se sbagli in quest’ultimo non puoi rimediare e si vede se sei un flop.

Rap e videogames si incontrano o sono sempre state due facce della stessa moneta? Rap game è la definizione di quello che gli artisti vivono: dissing (che al momento in Italia sono mere storie Instagram), gare di freestyle, la competizione sana che ti spinge a superare i tuoi limiti proprio come nello sport, proprio quello che mi ha sempre stimolata e che è bello ritrovare fuori dal tatami. I videogiochi nel 2020 sono la stessa cosa: squadre che giocano in live, tornei, momenti di aggregazione sana. Due mondi che si incontrano e cambiano ancora una volta le carte in tavola per quanto riguarda la comunicazione digital. Non ci resta che osservare molto attentamente quello che questi ragazzi combineranno perchè faranno scuola ancora una volta.