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Instagram: il potere dei like

Ho pensato e ripensato se scrivere questo articolo su Instagram e il potere dei like esiste? Sarò obiettiva? Le mie considerazioni saranno veritiere?

Non ho trovato risposte ma l’esigenza i scrivere quello che ho pensato in questi giorni è stata forte. Esattamente come per Twitch ho “studiato” la situazione, ho osservato e mi sono confrontata il più possibile traendo quella che è una mia opinione, condivisibile o meno, ma mia.

La community di instagram

Sarà stato il mio arrivo su Twitch, sarà il periodo che tira fuori anche, purtroppo, il peggio delle persone ma la community in generale non polemizza più di tanto, ma passa dall’idolatrare all’odiare. Mi spiego: se su Twitch le chat live sono per lo più spazi di confronto e aggregazione, su Instagram questo si sta perdendo dando sempre più potere ai like.

Un po’ per l’esempio di alcuni influencer (o presunti tali) che intrattengono il pubblico con atti di vero e proprio bullismo, un po’ perchè avere uno smartphone illude tutti di poter dire sempre quello che si vuole. Instagram è diventato il centro di numerosi episodi di bullismo, odio e chi più ne ha più ne metta.

L’ultimo episodio è di qualche giorno fa: Selena Calo (di cui ignoravo l’esistenza prima dell’episodio) ha avuto comportamenti poco “consoni” (evito di usare la definizione che ho in testa da giorni perchè altrimenti non sarei meglio di lei) con un follower in live. Allo stesso tempo su Instagram abbiamo l’ostentazione fine a se stessa di vite patinate, dorate e, all’apparenza perfette. Il costante bisogno di mostrare a tutti che si è felici con una vita perfetta.

I social non creano comportamenti nuovi, semplicemente li amplificano e li mostrano al mondo. Danno un palcoscenico a tutti quegli atteggiamenti che in passato e nella vita reale condanneremmo senza troppi pensieri. Instagram tutto questo lo rende argomento di conversazione e intrattenimento. Perché?

Nonostante ci siano moltissime persone che fanno divulgazione, intrattenimento sano (si vedano i freestyle dei rapper sul Codiv o le campagne di raccolta fondi per gli ospedali, in primis tutto quello che stanno facendo Chiara Ferragni e Fedez), ci perdiamo a commentare, indignarci e inevitabilmente amplificare tutti quei fenomeni che sarebbero invece da isolare.

La colpa è un po’ di ognuno di noi, anche di questo post. Potremmo fingere di non vedere, ma sarebbe eticamente corretto? Potremmo imputarci e segnalare tutto quello che vediamo e non funziona?

Il potere dei like

Se mi seguite su Instagram saprete certamente che un anno fa ho fatto una serie di post, stories invitando a segnalare tutti i profili che consigliavano e inneggiavano all’anoressia e alla bulimia. Su 100 profili che ho segnato ne sono stati chiusi poco più di una ventina.

Prima di urlare al “Servono regole più severe, Instagram deve controllare” pensiamo a come ci esponiamo noi e a chi diamo il follow. A quanto su instagram il “potere” è in mano a chi mette i like. Instagram è basato sul potere dei like. In un articolo di ormai più di un anno fa parlavo proprio di questo: quanto è importante decidere con cognizione di causa chi seguire?

In questo momento è fondamentale. È essenziale avere la consapevolezza che un like ha un valore economico quando si tratta di artisti, influencer, gamer… Un nostro like per loro è un ritorno economico. Un nostro follow significa collaborazioni, sponsor etc. Non è come mettere like al gatto della vicina insomma. Se abbiamo effettivamente questo potere perchè non sfruttarlo per portare avanti un discorso di meritocrazia?

Siete già pronti a dirmi “Eh ma loro usano i bot”, lo so. Qui dovrebbe intervenire la piattaforma, cosa che per altro negli ultimi mesi sta facendo.

Non sono gli orologi sbriluccicanti e i capelli perfetti a fare di una persona un esempio, un artista, un influencer da seguire o idolatrare. Sono i contenuti, il modo in cui si espone in modo diretto e la forza con cui usano i loro numeri per veicolare temi importanti.

Su instagram la polemica, gli haters, i broccoli (a questa categoria dedicherò un articolo ad hoc perchè ne sto vedendo e ricevendo di ogni tipo), l’ostentazione sono costanti. Sono sempre lì e mi fanno spesso dire “Chiudo tutto e torno a fare solo il mio profilo personale”. Poi però ci rifletto, mi fermo e mi dico “Perché dargliela vinta? Perché per colpa di qualcuno devo perdermi il bello di questo social?”.

Ci sono personaggi come Guglielmo Scilla che con simpatia e intelligenza intrattiene il suo pubblico e lo fa senza mancare di rispetto a nessuno, senza ostentare niente. C’è Cristina Fogazzi, alias L’estetista Cinica che si batte per l’accettazione di noi per come siamo. Troviamo poi Tommaso Zorzi che nonostante tutto l’odio che riceve sorride, si mostra per l’essere umano che è ricordandoci che ognuno di noi ha forza e fragilità dentro di sè. C’è Tegamini che con amore del cuore ci diverte e consiglia libri e magliettine divertendoci.

Il lato positivo c’è, non voglio assolutamente dire che la community su instagram sia totalmente negativa e nociva, anzi. Voglio semplicemente farvi riflettere su quanto sia importante portare in alto chi merita, sostenere chi ha qualcosa da dire e questo non significa che deve avere un parere su tutto o che i suoi contenuti debbano costantemente essere una “lezione”, ma significa che quel personaggio si mostra per quello che è, non bullizza nessuno e resta seduto al tavolino del bar dei social con noi, senza porsi sopra una scalinata.

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