Young Miles_ il talento senza voce

Young Miles: il talento senza voce

In un momento storico in cui siamo abituati dai social a voci senza talenti ecco che spunta nelle dirette di Manuelito una voce. È quella di Young Miles. Niccolò Pucciamarti, classe 2002, il giovane Miglio, l’Illustre.

Ma chi è vi starete chiedendo voi ed eccomi pronta a spiegarvelo.

Young Miles

Giovanissimo producer romano che ha già prodotto un pezzo con Massimo Pericolo e Fabri Fibra Star Wars all’interno del Machete Mixtape 4 che gli è valso disco di platino. È suo il beat di Roberta di Beba e insieme a SIXPM firma Bundy di Rose Villain.

Il Giovane Miglio è l’esempio di come i videogiochi siano importanti per la Machete: la leggenda infatti narra che venne scoperto da Slait mentre giocava su Fortnite. Da quel momento come direbbe un suo collega

Sto con la Machete e sono benedetto a loro

(Dani Faiv In peggio ndr)

Con la Machete pubblica il suo primo EP Glitched Years.

Glitched Years

Glitched Years è un EP diverso da quello che io ascolto solitamente: si avverte che Young Miles è cresciuto con la musica e che ne sta facendo la sua strada ricercando anche un po’ se stesso in quel che fa. Ma come sapete le mie competenze musicali si esauriscono a quello che un EP o un pezzo riesce a trasmettermi.

In questo caso mi è arrivato un ragazzo in crescita, che sperimenta e sta costruendo la sua strada. Non sono una producer o una musicista per dare un giudizio tecnico su quello che ho ascoltato e quindi non mi permetterò di farlo. L’EP è composto da nove tracce di cui solo una cantata con Tha Supreme. È però, a mio parere, la dimostrazione di come l’esigenza di comunicare non ha età e che se c’è arriva a chi ti ascolta, ti legge.

Quello che mi ha colpito del giovanissimo Miglio è anche altro però: riesce a essere un’eccezione a quelle che sembrano le regole per avere successo dettate oggi dai social.

Il talento senza voce

Young Miles, oltre ad avere un evidente talento musicale, ha anche quello di far parlare della sua arte senza esporsi sui social.

È l’idea del rendersi presenti con la propria assenza.

Nelle live in cui interviene su Twitch è divertente, alla mano, spiritoso eppure i suoi profili social parlano solo del suo ultimo progetto artistico. Poche stories in cui sostiene per lo più i suoi artisti e amici. Non ha bisogno di mostrarsi sempre felice nelle storie di instagram. Non ha bisogno di postare quello che lo circonda 24h su 24, di ostentare. Ed è qui la forza di questa nuova ondata di artisti: far parlare di sé pur non essendoci. In un momento in cui tutta la comunicazione e la pubblicità è affidata ai social Niccolò, come pochi altri suoi colleghi, fa parlare di sé in totale assenza della sua persona, ma con grandissima presenza della sua arte che diventa così l’unico e vero filo rosso per i suoi fan per conoscerlo. La sua musica diventa la sua voce, il suo “selfie”. È lì. Sta a chi lo ascolta cercare di capirlo, conoscerlo e ritrovarsi.

L’evoluzione di produttori musicali, autori, scrittori, poeti è tangibile nelle loro opere: dai cambiamenti nel suono alla scrittura che si “asciuga” col passare del tempo, basti pensare a come evolve la scrittura di Calvino leggendo le sue opere in ordine cronologico.

Evolvono sotto i riflettori, mostrano la loro umanità con la loro arte e, in un momento in cui tutti siamo costantemente connessi, l’assenza fa la differenza e crea quella giusta distanza che permette agli artisti di farsi conoscere solo tramite la loro arte, tramite quello che creano e donano a chi li segue. Fa effetto che a insegnarcelo e ricordarcelo siano esponenti di una generazione nata connessa.

Prima o poi scriverò anche “Il galateo dell’illustre Miglio” ma per il momento andate ad ascoltarvi le sue produzioni e a godervi la bellezza di un’artista in continua ricerca e crescita.